Etapa 1: Gijón/Xixón - Amandi

Vai a Immagine Tappa 1: Gijón/Xixón - Amandi
Km 0
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GR108 - Travesía Andariega - Tappa 1

Mappa
Tappa 1: Gijón/Xixón - Amandi
GPS: 43.53307, -5.635665

Gijón/Xixón - Amandi

Gijón/Xixón - Amandi 24,2

Il percorso inizia a La Guía, accanto agli stabilimenti del Gruppo Covadonga, vicino al punto in cui il torrente Peñafrancia confluisce nel fiume Piles.

Si imbocca il sentiero che passa sotto l'autostrada e si prende la svolta a sinistra, che passa dietro la Scuola di Ingegneria Industriale. Il sentiero entra in una zona verdeggiante sulle rive del torrente, che ci porta al campo da golf El Tragamón, in vista del vecchio mulino. Continuiamo a percorrere il sentiero accanto agli edifici del campo da golf, per poi attraversare questa strada e proseguire lungo il sentiero Los Maizales, lasciando alla nostra sinistra La Carbayera'l Tragamón, un impressionante bosco di querce centenarie, e accanto la tenuta La Isla, ingresso del Giardino Botanico, dove possiamo scoprire come funzionava il vecchio Molín de Rionda.

Il sentiero sbuca sulla strada Santurio, che seguiamo per qualche metro prima di attraversarla e arrivare alla tenuta dove si trova la cappella di Nuestra Señora de la Corrada (XVI secolo, forse di origine medievale), che faceva parte della casa avita della famiglia Cifuentes. Il sentiero segue di nuovo le rive del Peñafrancia, costeggiando i campi, dove si trova la casa blasonata della famiglia García Jove (XVII secolo) con cappella e paniere, prima di passare per la zona conosciuta come La Charca, un luogo ideale per fermarsi alla fontana La Castañal. Attraversiamo quindi la strada per El Trole, davanti a un altro prestigioso llagar, per proseguire lungo la caleya'l Molín ed entrare nel quartiere La Pontica, dopo aver attraversato un piccolo ponte, dove incontriamo quello che un tempo era il mulino di Pepín de La Isla o Valiente (oggi una casa di paese con granaio), tornando al torrente dopo aver superato il Centro di Formazione Professionale e arrivando all'ingresso della casa, dove si trovava il cosiddetto molín de Segundo'l Molín.

Lasciata la strada, entriamo subito nella parrocchia di Deva, nel quartiere di La Reguera, lasciandoci alle spalle la svolta che porta al campeggio e dirigendoci verso quello che un tempo era il mulino di Deva, per poi proseguire all'ombra degli alberi ad alto fusto che segnano l'ingresso a La Quinta'l Conde, che mostra gli stemmi delle casate storiche di Gijón. Si ammira poi la chiesa parrocchiale di San Salvador de Deva, un monastero fondato nel X secolo, di cui si conservano ancora gli archi murati della parete nord e alcuni capitelli interni in stile preromanico asturiano.

Il sentiero termina in uno spazio paradisiaco: El Güeyu Deva, con la sua fontana, il lavatoio e il ponte di pietra, dove l'acqua confluisce in un grande stagno. Dal "güeyu", o occhio, da cui nasce il ruscello, secondo la leggenda uscivano le "xanas" (ninfe delle acque asturiane), che apparivano in alcune albe speciali, come quella di San Xuan, quando potevano essere disincantate. Simbolo del culto della dea celtica della natura Deva, venerata in sorgenti e fiumi come questi, dove l'eremo di Nuestra Señora de la Peña de Francia (XVII secolo) sembra voler cristianizzare questo spazio sacro.

Si prende la strada che sale e passa accanto al bar El Chabolu; poco dopo si passa sopra l'autostrada e si inizia una ripida salita sulla Cuesta de la Barrea.

Una volta raggiunta la strada, si gira a destra e poco dopo si passa accanto al ristorante Pinal, con una chiesa dall'aspetto romanico ma di recente costruzione. Da qui si gode di un'ottima vista su Gijón e su tutta la costa. Proseguendo lungo la strada si raggiunge l'Alto del Curbiello.

Arrivati in cima, la strada inizia a scendere verso Pión e dobbiamo prendere una svolta a sinistra che ci lascia a pochi metri dalla cima e ci porta su un sentiero che si dirige verso est.

Abbandoniamo la strada per imboccare uno stretto sentiero che si allontana sulla destra. Scendiamo, stretti tra la vegetazione, per passare poco dopo Requexu, poi accanto alla Scuola pratica di agricoltura di D. Ramón Álvarez de Arriba e collegarci, poco dopo, alla strada che avevamo lasciato sull'Alto del Curbiello. Una volta lì, si continua a scendere verso Pión, ignorando l'incrocio fino a raggiungere il bar Casa Pepito.

Si prosegue lungo la strada di fronte a noi, ignorando quella a sinistra con scritto Villaviciosa. Poco dopo la strada svolta a sinistra, da dove parte un'altra strada a destra verso il quartiere di Casamoria. Si prosegue su questa strada in direzione sud, ignorando qualsiasi deviazione e ignorando i cartelli che la Tertulia del Garrapiellu ha affisso per indicare il percorso, perché seguendoli si entra in una zona di eucalipti completamente invasa dal fango, che rende estremamente difficile il cammino. Per evitare questo inconveniente è opportuno proseguire lungo la strada che va alla ricerca di quella che abbiamo lasciato accanto a Casa Pepito. Quando la si raggiunge, si gira a destra e si sale fino all'Alto de la Cruz, da cui si gode di un'ottima vista sulla valle di Peón, con uno scorcio su Gijón/Xixón e El Musel. Da qui la strada inizia una leggera discesa per circa 500 metri. Lasciare la strada per prendere il sentiero sulla destra che inizia una discesa all'ombra degli eucalipti alla ricerca del villaggio di Niévares.

Lasciare la strada per imboccare il sentiero sulla destra che inizia una ripida discesa tra la vegetazione, fino a raggiungere un granaio con cancello in ferro sulla destra, dove il sentiero si allarga verso la periferia di Niévares.

Nella località di Niévares (Villaviciosa) si trovano: la Necrópolis Tumular de La Llaguna de Nievares, nell'Alto de Pedroso (quota 480), accanto all'Alto de La Cruz; e il Palacio de La Torre de Niévares, un complesso castello-fortezza (tardo Medioevo), formato da casa padronale, panera e cappella, circondato da un muro.

Quando si raggiunge la strada, si gira a sinistra e poi di nuovo a destra pochi metri più avanti. Scendendo si vede sulla sinistra la Torre di Niévares, un insieme di palazzo, panera e cappella circondati da un muro, che risale al 1501 secondo un'iscrizione sulla facciata principale del palazzo. Il muro è formato da blocchi di pietra irregolari con sommità merlate, e secondo Cortina Frade può risalire all'epoca romana. La torre ha una pianta rettangolare con tetto a capanna e una torre quadrata. Proseguiamo lungo la strada e dopo pochi metri c'è una svolta a sinistra che possiamo seguire perché conduce alla strada che percorreremo più avanti.

Raggiunta la strada, giriamo a sinistra e continuiamo a percorrerla, passando sotto l'autostrada per arrivare a Grases. Proseguiamo lungo la strada VV-10, in un paesaggio rurale che attraversa i villaggi di Grases e Casquita, per arrivare a La Parra accanto alla strada AS-255.
Raggiunta la strada, giriamo a sinistra e poi di nuovo a destra pochi metri dopo, accanto al bar La Parra. Superiamo presto il ponte romano che attraversa il fiume, già in località Amandi. Superato il ponte si giunge in una piazzetta, dove si trova la cappella/eremo di San Juan de Amandi, che lasciamo sulla sinistra per andare alla ricerca della strada che da Villaviciosa porta a L'Infiestu. Qui vale la pena di svoltare a sinistra lungo la strada per circa mezzo chilometro per visitare la Chiesa di San Juan, dichiarata Monumento Nazionale il 3 giugno 1931, le cui origini risalgono al XIII secolo, anche se ci sono prove della sua esistenza già nel 1270, in quanto è citata nello Statuto Comunale di Maliayo (Villaviciosa).

Sulla strada giriamo a destra e la percorriamo verso il villaggio di Valbúcar, dove c'è un bar dove possiamo dissetarci e proseguire il cammino. Questa potrebbe essere la fine della prima tappa se si vuole fare il percorso in tre giorni.

Testi: Antonio Alba Moratillas (Editorial Prames)

Adatto per la MTB