Chiesa di Santiago de Gobiendes
- Titolo Colunga Asturie orientali
- Indirizzo Indirizzo: ■ 33342 - Gobiendes
- Telefono Telefono: 655 809 773 (imprescindible reserva previa)
- E-mail E-mail: info@sierradelsueve.es
- Sito Sito: https://sierradelsueve.es
Chi si avvicina alla chiesa di Gobiendes, nel comune di Colunga, farebbe bene a farlo con l'umiltà di un pellegrino, l'interesse di un archeologo e lo spirito di un escursionista. Anche con uno sguardo attento: a nord, la costa; a sud, la maestosa catena montuosa della Sueve. Nelle giornate limpide, il paesaggio entra nel tempio come una vecchia conoscenza e l'etimologia del nome di questo luogo assume il suo pieno significato: "Gobiendes" ("coloro che sono gioiosi"). Un luogo suggestivo come pochi altri.
Origini e importanza della chiesa di Santiago de Gobiendes
Santiago de Gobiendes è una di quelle chiese che, senza vanto né pretese, riassume fedelmente un'epoca. Fu costruita negli ultimi anni del IX secolo, quando gli echi eroici di Covadonga stavano già diventando leggendari e la monarchia asturiana iniziava la sua transizione verso León. Si trattava di un'opera rurale lontana dai grandi templi promossi direttamente dalla corte di Oviedo. Ma la sua condizione periferica non le impedì di dominare un vasto territorio tra il Mar Cantabrico e le pendici del Sueve, passaggio naturale per le valli interne delle Asturie orientali.
L'atto di fondazione della chiesa non si è conservato e la sua prima apparizione nei documenti risale all'anno 921, quando il re Ordoño II la donò alla cattedrale di Oviedo. Questa menzione tardiva suggerisce che il tempio avesse già un passato, e per questo motivo alcuni esperti fanno risalire la sua costruzione all'epoca di Alfonso III, o addirittura prima, durante il regno di Ordoño I. Anche se non si trattò di un'iniziativa reale in senso stretto, ma piuttosto degli sforzi della nobiltà locale per consolidare la propria posizione nella zona. Gobiendes è molto simile in questo senso a San Salvador de Priesca, un altro tempio altomedievale promosso da un gruppo di nobili nello stesso periodo e nel vicino comune di Villaviciosa. Forse non è un caso che entrambe le chiese condividano la vicinanza al Cammino di Santiago (dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2015). Gobiendes è anche consacrata a Santiago stesso, patrono e protettore dei regni cristiani.
Decenni prima, Alfonso II il Casto aveva compiuto il primo pellegrinaggio alla tomba dell'apostolo (recentemente scoperta) a Compostela. Aveva così inaugurato una meta sacra che avrebbe iniziato a vertebrare il territorio in gran parte delle Asturie. È vero che Gobiendes non compare negli itinerari ufficiali del Cammino, ma si trova ad appena un chilometro a sud del suo percorso. Un percorso che all'epoca era solo una somma di intuizioni e incroci di sentieri.
Caratteristiche architettoniche e loro contesto nell'ambito del preromanico asturiano
Varcando la soglia di Santiago de Gobiendes e avanzando lungo la sua navata centrale, lunga quasi dieci metri, siamo avvolti da una luce morbida e naturale che filtra ancora attraverso alcune chiusure in alabastro sopravvissute al tempo. La chiesa mantiene anche la sua struttura basilicale originale: tre navate separate da archi in mattoni, che poggiano su imponenti capitelli e pilastri quadrati, una struttura solida e funzionale. Le cappelle laterali, a pianta rettangolare e coperte da volte in pietra di tufo, conservano ancora il loro carattere originale, con resti di colonne, capitelli con decorazioni vegetali e altri dettagli di grande raffinatezza tipici della migliore arte preromanica delle Asturie. La pietra dell'altare primitivo era sobriamente lavorata non per impressionare, ma per fermare il tempo. Altri frammenti, come capitelli, fusti, basi e una bifora, sono oggi conservati nel Museo della Chiesa di Oviedo.
Ma questo tempio non va solo ammirato, va anche capito. È necessario conoscere parte della sua storia per valutarlo nei suoi giusti termini, perché oltre a mille anni di storia ha subito diverse riforme (alcune infelici) che ne hanno alterato la fisionomia. Nel XVIII secolo, l'abside fu ampliata e coperta a volta secondo il gusto liturgico dell'epoca, più barocco che asturiano. Nel 1853, il neoclassicismo prevalse e sacrificò la testata originale, gli archi ciechi e il tabernacolo. Il campanile, la galleria laterale e, probabilmente, l'attuale portico seguirono poco dopo. Negli anni Ottanta del XX secolo, l'architetto Magín Berenguer, con un buon polso architettonico, cercò di ripristinare - per quanto possibile - il suo aspetto originale.
Raccomandazioni per i visitatori
Arrivare a Gobiendes è facile. Da Oviedo/Uviéu ci vogliono circa 50 minuti sull'Autovía del Cantábrico ( direzione Santander). Prendere l'uscita 345 per Colunga. Poi si percorrono 5 chilometri lungo la AS-257, in leggera salita, fino al villaggio. La chiesa vi accoglie quasi al margine della strada.
È possibile visitarla, anche se non ci sono orari di apertura specifici. È ancora in uso come chiesa parrocchiale e quindi vi si può entrare con rispetto durante le cerimonie religiose, soprattutto la domenica o nei giorni di festa. Al di fuori del culto, per le visite culturali o turistiche, è indispensabile prendere appuntamento con il Centro di Interpretazione di Sueve, che si trova proprio accanto (tel. 655 809 773).
Se amate le escursioni, da Gobiendes avrete una magnifica opportunità di farlo. Possiamo raggiungere uno dei punti panoramici più visitati delle Asturie: il belvedere del Mirador del Fitu, a pochi chilometri di distanza dalla AS-260. Il Fitu è il punto di partenza di alcuni bellissimi itinerari, come quelli che portano al Picu Pienzu o alla faggeta di Biescona.
Se preferiamo prolungare la nostra giornata di turismo culturale, possiamo visitare il Palazzo Gobiendes, un enorme palazzo costruito sul sito di una torre difensiva del XV secolo. Non è aperto al pubblico, almeno non regolarmente, ma può essere ammirato dall'esterno senza difficoltà, poiché si trova nel cuore del villaggio.
Gobiendes e i suoi dintorni ci invitano a un turismo diverso. Il portico di questa chiesa fa rivivere una sensazione antica, una di quelle che il corpo riconosce all'istante. Da lì, la vista si apre sull'imponente Sierra del Sueve. Uno scenario che cambia a ogni nuvola.